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LA MILZA

Biologia



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LA MILZA

La milza é una grande ghiandola vascolare con la forma di  un grosso fagiolo; è localizzata nella parte sinistra del corpo, sotto il torace, e misura circa 13 cm. di lunghezza, 8 di larghezza e 3-4 di spessore.



Il tessuto interno della milza è caratterizzato da cor­puscoli bianchi che rappresentano degli organi linfoidi si­mili, come struttura, ai gangli linfatici. La tonaca esterna forma invece delle guaine dette capsule di Malpighi.

I prodotti secreti dalla milza, non avendo essa nessun collegamento con gli altri organi del corpo, entrano diret­tamente nel sangue, tramite i vasi sanguigni, e nel flusso linfatico. Seppur non collegata agli altri organi la milza risente pesantemente della situazione di tutto l'organismo. Essa, infatti, con il suo ritmico gonfiarsi e sgonfiarsi (a causa della pressione del sangue) segna ritmicamente l'impe­gno organico del momento; impegno che si presenta assai maggiore durante la digestione, il decorso di una malattia, la lotta contro un'infezione, ed altre esigenze dovute alle situazioni presentate dalla vita.

Per questa sua caratteristica il gonfiore della milza ac­compagna sempre le malattie infettive ed in special modo la malaria, la polmonite, la difterite, l'epatite acuta e cro­nica, la leucemia, l'anemia, la tubercolosi miliare, le set­ticemie in genere ed altre ancora.

Funzioni della milza

Benché considerata come un organo avente la funzione specifica di creare del nuovo sangue la milza ha molte altre sottofunzioni tra cui citiamo:

1. Durante la vita fetale collabora, con il midollo e le ossa, alla formazione dei globuli rossi; processo che si può anche riscontrare nelle persone adulte nel caso fos­sero affette da anemie.

2. Provvede alla distruzione dei globuli rossi vecchi o de­teriorati.

3. Regola la produzione delle cellule sanguigne all'interno del midollo osseo.

4. Provvede una riserva di cellule sanguigne che resta a di­sposizione e viene liberata nel caso di necessità.

5. Ha una funzione accrescitiva della capacità coagulativa del sangue.

6. Ha un azione filtrante sul sangue che, attraversandola, viene perciò depurato da alcuni tipi di rifiuti organici.

7. In certe condizione presenta una azione di carattere im­munitario.

Nonostante la scienza occidentale abbia scoperto le fun­zioni che abbiamo elencate la milza si presenta agli studiosi come un organo che cela ancora qualche mistero. Per questo motivo può essere interessante considerare qualche altro punto di vista e precisamente quello dei maestri Yoga che hanno studiato l'uomo non tanto dal punto di vista materiale ma da quello più sottile che potremmo definire energetico.

La millenaria saggezza Indù considera infatti la milza as­sai importante in quanto viene vista come la porta attra­verso cui l'energia solare, chiamata prana, può penetrare nel corpo umano ed essere elaborata per diventare l'energia vitale utilizzabile da tutto l'organismo.

Nella cultura orientale il corpo dell'uomo non viene considerato soltanto nel suo aspetto e nei suoi componenti materiali (perciò visibili e tangibili ai cinque sensi), a questi aspetti, comunemente conosciuti, viene anche aggiunto quello energetico. In questa visione per ogni organo visi­bile viene pure considerata una controparte sottile, una specie di duplicato energetico, che rappresenta la matrice con cui l'organo fisico è stato creato e viene mantenuto in vita; vita che viene attinta dall'energia solare sotto forma di prana.

Il prana in arrivo da Sole non è facilmente assimilabile dall'organismo umano, vi sono persone che riescono ad elabo­rarne in eccesso e possono perciò donarlo diventando pranotera­pisti, altri, invece, specialmente gli anziani e gli ammalati, non ne elaborano abbastanza ed è questa la causa della loro debolezza nervosa.

Compete alla parte sottile, o energetica, della milza il compito di as­sorbire ed elaborare il prana, per questo motivo anche coloro che hanno avuto la milza fisica asportata possono continuare a vivere in quanto la milza sottile è ancora presente nel loro organismo energetico.



E' interessante notare che anche il mondo vegetale deve elaborare il prana per poterlo assimilare; esistono delle piante che lo elaborano in eccesso e la loro vicinanza ri­sulta molto benefica per coloro che ne sono carenti, tra esse vanno elencate il pino e l'eucalipto.

A titolo di curiosità informiamo il lettore che è possi­bile vedere i minuscoli e luminosissimi globuli di vitalità che costituiscono il prana guardando con sguardo rilassato un cielo sereno dalla parte opposta a quella in cui si trova il Sole. Questi globuli si presentano con un movimento veloce e tracciano nel cielo un percorso a spirale.

Malattie della milza

La milza, proprio per le caratteristiche che la contraddistinguono, può ammalarsi a causa di altre malattie oppure contrarre delle affezioni sue propri; tra queste vanno cita­te la tubercolosi della milza, la splenomegalia tromboflebitica ed il morbo di Banti.

Con splenomegalia viene considerato un anomalo gonfiore della milza che non è tanto dovuto ad una malattia della stessa ma bensì una manifestazione dovuta ad altre affezioni generalmente infettive. Questo disturbo provoca un dolore più o meno vivo, un senso di pesantezza all'addome e crea, evidentemente, una pressione sugli organi circostanti.

Appare chiaro che la cura della splenomegalia in sé (impacchi freddi, ecc.) è soltanto palliativa in quanto po­trà essere risolta soltanto eliminando la causa originaria. Un peggioramento di questa malattia può condurre alla spleno­megalia tromboflebitica che comprende pure una forma di anemia e dei fatti emorragici gastrointestinali; in questo malaugura­to caso la milza non può essere curata e deve essere asportata chirurgicamente. Il morbo di Banti riguarda gli effetti della infezione tifoide quali la splenomegalia con cirrosi epatica. Questa affezione prende il nome da un ricercatore fiorentino (Banti Guido) vissuto nei primi anni del nostro secolo.

La milza ed i risvolti psicologici

Non è facile, con le informazioni fornite dalla scienza occidentale, tracciare un profilo psicologico dei disturbi che affliggono la milza. E' nella saggezza millenaria dell'­agopuntura cinese che possiamo invece trovare degli interes­santi elementi che ci possono aiutare a comprendere come determinati atteggiamenti mentali possono influire negati­vamente sulla salute di quest'organo tanto prezioso.

Secondo l'agopuntura cinese la coppia milza/stomaco è vista come l'insieme organico in grado di assorbire, riducendone gli effetti negativi, le tensioni dovute alle preoccupazioni eccessive nei confronti della vita quotidiana; tensioni do­vute al continuo rimuginare mentale per le cose che si do­vevano fare e non si sono fatte, per quelle che si potevano fare diversamente e per quelle che si dovranno fare nel fu­turo. Questo lavorio mentale crea necessariamente delle di­sarmonie nel buon funzionamento dell'organismo ed a lungo andare la coppia milza/stomaco ne può essere danneggiata.

Per queste persone si può suggerire di adottare una sim­patica preghiera che viene anche utilizzata come strumento di lavoro da coloro che, desiderando vincere il loro abuso degli alcoolici, si associano alla 'Alcolisti Anonimi'. Riportiamo di seguito le parole della preghiera citata:

'Signore, dammi il coraggio di cambiare le situazioni che posso cambiare, la  pazienza necessaria per sopportare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere tra le due'.




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