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Melodramma tragico in quattro atti
Libretto di Étienne de Jouy et Hippolyte-Louis-Florent Bis
Tradotto dal francese da Calisto Bassi
Personaggi:
GUGLIELMO TELL, (basso)
ARNOLDO, amante di Matilde (tenore)
GUALTIERO FÜRST (basso)
MELCHTHAL, padre di Arnoldo (basso)
JEMMY, figlio di Guglielmo (soprano)
EDWIGE, moglie di Guglielmo (mezzosoprano)
UN PESCATORE (tenore)
LEUTOLDO (basso)
GESSLER, governatore (basso)
MATILDE, principessa di Hasbourg (soprano)
RODOLFO, seguace di Gessler (tenore)
Ufficiali e soldati di Gessler
Paggi
Damigelle di Matilde
Pastori d'ambo i sessi
Danzatori
Cacciatori
Pescatori
Svizzeri dei cantoni di Uri, Unterwalden e Schwitz
La scena È nella Svizzera, e precisamente in 
Una specie di villaggio in mezzo alla montagna.
A destra dell'attore un 
È il ciel sereno, 
Seren il giorno, 
Tutto d'intorno 
Parla d'amor. 
L'eco giuliva 
Di questa riva 
Ripeta il giubilo 
De' nostri cor. 
Coll'opre ognun 
Poi presti omaggio 
Al Creator. 
PESCATORE 
(nella sua barca) 
Il piccol legno ascendi, 
O timida donzella, 
Deh, vieni, e pago rendi 
Il tenero mio cor. 
Io lascio il lido, o Lisa; 
Non sii da me divisa; 
Il ciel sereno È pegno 
A noi d'un grato dÌ. 
GUGLIELMO 
(a mezza voce) 
Dolce È per lui la cura 
Ne prova il rio veleno 
Che mi divora il cor. 
Perché vivere ancora, 
Or che non v'È piÙ patria? 
Ei canta, e Elvezia intanto, 
Ahi, quanto piangerÀ! 
PESCATORE 
Gentil come la 
D'un bel mattin nascente, 
Potrai d'un ciel fremente 
Placar, ben mio, l'orror. 
Ed al tuo fianco assiso 
Novella vita io spero; 
ProteggerÀ il mistero 
Le gioie dell'amor. 
EDWIGE e JEMMY 
Felice nell'orgoglio 
D'un tenero abbandono, 
Delle tempeste il suono 
Non desta in lui timor. 
Ma se al temuto scoglio 
Lo tragge avversa sorte, 
L'inno unirÀ di morte 
A' canti dell'amor. 
Odonsi a poca distanza suoni e grida di gioia.
TUTTI 
Oh! quale alta d'intorno 
Dolce armonia risuona! 
Di festa il lieto giorno 
Ne viene ad annunziar. 
Risplende a' fior sereno, 
La gioia di ogni seno 
Rivive e sente amor. 
Melchthal dalla collina, seguito da altri svizzeri. Arnoldo
e detti gli vanno incontro, e lo festeggiano. 
CORO 
Salute, onore, omaggio 
Al saggio tra i pastor. 
EDWIGE 
Il rito si rinnovi 
Di tempi men funesti, 
E premio alfin ritrovi 
La fedeltÀ, l'amor. 
ARNOLDO 
(a parte) 
L'amore oh Dio  l'amore 
Oh, qual pensier  io gelo! 
EDWIGE 
(a Melchthal, pregandolo a voler celebrare le nozze dei pastori) 
Per te fien lieti. 
MELCHTHAL 
Per me? 
EDWIGE 
(come sopra) 
Ognuno il fia per te. 
GUGLIELMO 
(come sopra) 
Della virtÙ degli anni 
Il privilegio È questo; 
Cedi, e giammai funesto 
Il ciel per noi sarÀ. 
MELCHTHAL 
(cedendo alle istanze che gli vengono fatte) 
Pastori, intorno - Ergete il canto, 
Di questo giorno - S'innalzi il vanto. 
SÌ, sÌ, esultate, - SÌ, celebrate 
Le pure gioie - D'imene e amor. 
TUTTI 
Or sÌ, esultiam, - SÌ, celebriam 
Le pure gioie - D'imene e amor. 
Al fremer 
S'alzi di gioia il grido, 
E l'eco dolcemente 
Da questo ameno lido 
Ai monti, al bosco, al piano 
Il suon ripeterÀ. 
Il 
Guglielmo, Melchthal, Arnoldo, Edwige, Jemmy. 
GUGLIELMO 
Contro l'ardor 
Il solingo mio tetto 
V'offra sicuro ed ospital ricetto. 
Ivi, nel sen di pace, 
Vissero gli avi miei; 
Ivi fuggo i potenti, 
E a' sguardi loro ascondo, 
Che, padre essendo, io son felice al mondo. 
(abbracciando il figlio) 
MELCHTHAL 
Egli È padre e felice 
L'udisti, figlio mio? 
Questo È il maggior de' beni. E vorrai sempre 
Della mia lunga etÀ schernire i voti? 
La festa de' pastori 
Con un triplice nodo 
Consacra in questo giorno di contento 
I giuri dell'imen ma il tuo non sento. 
Partono tutti, fuorché Arnoldo.
Arnoldo solo. 
ARNOLDO 
Il mio giuro, egli disse! 
Il mio giuro  Giammai. Perché a me stesso 
Celar non posso in qual fatale oggetto 
Son rapiti i miei sensi? 
O tu la di cui fronte al serto aspira, 
O mia Matilde, io t'amo, 
T'adoro e l'onor mio 
Per te, il 
Contro la micidial valanga io fui 
Di scudo a' giorni tuoi; 
Figlia di regi, io ti salvai da morte, 
Te che al trono destina empia mia sorte. 
Ebbro di vana speme 
Il cor, che per te langue, 
Tutto per gli empi prodigÃ’ il suo sangue. 
Aver comun con essi 
La gloria delle pugne, 
Ecco la mia vergogna. I pianti miei 
L'han perÃ’ cancellata 
Ma me la rende una passione ingrata. 
Odesi un lontano suono di caccia.
Ma qual suon  
Scendon dal monte Oh Dio!.. 
Ivi È Gessler, e seco È l'idol mio!.. 
Veder e udir io voglio 
Colei che m'innamora 
Reo sarÃ’ forse, ma felice ancora. 
(fa per allontanarsi, quando
incontrasi in 
Guglielmo ch'esce dalla sua capanna) 
Guglielmo e detto. 
GUGLIELMO 
Arresta Quali sguardi  
Tu tremi innanzi a me, 
Né mi vuoi dire ond'ardi? 
Tremar, tremar perché  
ARNOLDO 
(PotrÃ’ mentirgli il vero!) 
Domi da un fato austero, 
Qual cor non fremerÀ? 
GUGLIELMO 
Arnoldo, il ver tu celi; 
Ma forza È che tu sveli 
Il tutto all'amistÀ. 
ARNOLDO 
Esser potrei piÙ misero? 
GUGLIELMO 
Misero! Quai misteri! 
Parlami il ver. 
ARNOLDO 
Che speri? 
GUGLIELMO 
Di rendere al tuo core 
L'onore e la virtÙ. 
ARNOLDO 
(Ah! Matilde, io t'amo, È vero; 
Ma fuggirti alfin degg'io. 
Alla patria, al 
Io consacro un puro amor.) 
GUGLIELMO 
(Nel suo volto io leggo appien 
Qual dolore ha chiuso in sen; 
S'egli infido a noi si rese, 
Il rimorso alfin intese 
E emendar col pentimento 
PuÃ’ l'antico disonor!) 
Via, si tronchi ogni dimora: 
Sol vendetta anela il cor. 
ARNOLDO 
MorirÃ’, se vuoi ch'io mora. 
GUGLIELMO 
Pria sia spento l'oppressor. 
ARNOLDO 
Contro l'empio qual consigli 
Forte appoggio? 
GUGLIELMO 
Nei perigli 
Non ve n'ha che un sol per noi: 
Mille al reo ne restan poi. 
ARNOLDO 
Pensa a' beni che tu perdi. 
GUGLIELMO 
Non li curo. 
ARNOLDO 
Qual mai gloria 
Dai perigli puoi sperar? 
GUGLIELMO 
Io non so se avrommi gloria, 
Ma la sorte io vo' tentar. 
Vieni, andiam: fia l'empio estinto. 
ARNOLDO 
Tu dunque speri  
GUGLIELMO 
Cangiar mia sorte. 
Vieni a cercar con me 
ARNOLDO 
E vincer credi? 
GUGLIELMO 
Coll'ardir. 
ARNOLDO 
Ma se infelici 
GUGLIELMO 
Non temer. 
ARNOLDO 
Qual ne resta asil, se vinti 
GUGLIELMO 
V'È la tomba. Vieni, andiam. 
ARNOLDO 
GUGLIELMO 
Il ciel! 
ARNOLDO 
Teco sarÃ’, Guglielmo, 
Allor che della pugna 
L'ora sarÀ. 
Si ode un suono di caccia.
GUGLIELMO 
(lo trattiene) 
T'arresta. 
ARNOLDO 
(Contrattempo fatal!) 
GUGLIELMO 
Melchthal, Melchthal  
Si sente di nuovo il suono di caccia.
Che sento! Egli È
Gessler Mentr'ei ne sfida, 
Vorrai tu, da schiavo codardo, 
La grazia ambir d'un disdegnoso sguardo? 
ARNOLDO 
Qual dubbio  oh ciel! qual dubbio! 
Mortal È quest'oltraggio; 
Io vo' sul suo passaggio 
Sfidare il traditor. 
GUGLIELMO 
Non azzardar l'impresa, 
Pensa a salvare il padre, 
Dalle nemiche squadre 
La patria a liberar. 
ARNOLDO 
(La patria  il padre!.. oh amore! 
Che far?) 
GUGLIELMO 
Resisti  (Ei freme 
Il vero mi celÃ’.) 
Odi il canto sacrato ad Imene; 
Non rammenti il pastor le sue pene, 
Non s'unisca il piacere al dolor. 
Tu seconda il furor di che m'ardo: 
Odio e morte a quel vil traditor. 
ARNOLDO 
(Ciel, tu sai se Matilde m'È cara, 
Ma il mio core s'arrende a virtÙ.) 
Odio e morte a quel vil traditor. 
Odonsi avvicinare festivi suoni campestri.
Jemmy, Edwige, il Pescatore, Melchthal, 
EDWIGE 
Il sol che intorno splende 
Sembra arrestarsi a mezzo 
Per avvivar cosÌ leggiadra festa. 
Venerabil Melchthal, 
Voi saggio in fra i pastori. 
Voi benedite ai loro casti ardori. 
Le tre coppie si avanzano e s'inginocchiano ai piedi di Melchthal, che si È seduto sovra un banco di verdura allestito dai contadini.
ARNOLDO 
(Oh smania!) 
MELCHTHAL 
(agli sposi) 
Allor che il cielo 
La vostra fede accoglie, 
Benedirvi degg'io, 
GUGLIELMO 
Chi la vecchiezza onora, 
Lo stesso nume in sulla terra adora. 
JEMMY, EDWIGE, ARNOLDO, PESCATORE e CORO 
Ciel, che 
Sei l'ornamento, 
Splendi secondo 
Al lor contento. 
Puro È l'affetto 
Nel loro petto 
Come la luce 
D'un dÌ seren. 
ARNOLDO 
(Il lor contento 
M'È al cor velen. 
Oh mio tormento! 
Fatale amor!) 
MELCHTHAL 
(agli sposi) 
Delle antiche virtudi 
L'esempio rinnovate. 
O figli miei, pensate 
Che il suol ove nasceste al vostro imen 
Domanda degli appoggi, de' custodi. 
E voi, gentili, a lor fide compagne, 
Chiusa È nel vostro petto 
La lor posteritade. I figli vostri 
Degli avi lor fian degni; 
Da voi la patria attende i suoi sostegni. 
Odesi di nuovo il suono di caccia.
GUGLIELMO 
(Gessler di nuovo!) 
ARNOLDO 
(partendo inosservato) 
Andiamo. 
Detti, meno Arnoldo. 
GUGLIELMO 
(agitato) 
(Gessler proscrive i voti!) 
Udite l'empio! ei grida 
Che non abbiam piÙ patria, 
Che per sempre la fonte È disseccata 
E pur troppo noi 
Un popol senza forza 
Non produce piÙ eroi 
E ai figli son serbate 
Le catene che voi pur trascinate, 
Donne, dal talamo scacciate i vostri 
Sposi: ai tiranni non mancano schiavi. 
EDWIGE 
(a Guglielmo) 
Quai t'agitan trasporti? 
Perché liberamente sien palesi 
Il dÌ sorgea? 
GUGLIELMO 
Lo spero 
Ma piÙ Arnoldo non vedo. 
JEMMY 
Ei ne lascia. 
GUGLIELMO 
Ei mi fugge. 
Pur cela indarno il turbamento suo. 
Volo ad interrogarlo, 
(ad Edwige) 
E tu ravviva i giuochi. 
EDWIGE 
M'agghiacci di spavento, 
E mi parli di festa? 
GUGLIELMO 
Cela il fragore ai rei della tempesta. 
PuÃ’ soffocarla della gioia il canto. 
Fia che l'odano i crudi 
Quando le prische avrem nostre virtudi. 
(parte) 
Detti, meno Guglielmo. 
TUTTI 
Cinto il crine 
Di bei fiori, 
Tra gli amori 
Scendi, Imen. 
Teco alfine 
Pace scenda 
E ne renda 
Lieti appien: 
Per te solo 
Tace il duolo, 
Per te lieto 
Vive il cor. 
Muta resta 
La tempesta 
Nelle gioie 
Dell'amor. 
Qualche calma 
Spera l'alma 
Nell'ebbrezza 
Del piacer. 
Mentre cantasi il coro, si eseguiscono danze e diversi giuochi, fra i quali quello di tirare colla balestra in un bersaglio, che finalmente viene colto da Jemmy, al quale È rivolto il seguente:
CORO 
Gloria e onore al giovinetto, 
Ch'ebbe il premio 
JEMMY 
(correndo alla madre) 
Madre mia! 
EDWIGE 
(abbracciandolo) 
Qual sommo bene! 
CORO 
Di destrezza il premio ottiene; 
Di suo padre ha in petto il cor. 
(festeggiando Jemmy) 
Si cinge il pro' guerriero 
Di ben temprato acciaio, 
E indossa un rozzo saio 
Il semplice pastor. 
Ma dove onore il chiama 
Perir da forte ei brama, 
E il dardo suo penetra 
Le ascose vie 
JEMMY 
Ecco colÀ, tremante, 
E reggendosi appena, 
Madre, un pastor s'inoltra 
PESCATORE 
Egli È il bravo Leutoldo. 
Qual frangente lo guida? 
Leutoldo e detti. 
LEUTOLDO 
(affannoso, appoggiandosi sopra una scure insanguinata) 
Salvatemi  Salvatemi  
EDWIGE 
Che temi? 
LEUTOLDO 
Il loro sdegno 
EDWIGE 
Parla. Chi ti minaccia? 
LEUTOLDO 
Quell'empio, che giammai 
Perdona; il piÙ crudele, 
Di tutti il piÙ funesto 
Deh! mi salvate, o tra voi spento io resto. 
MELCHTHAL 
Che festi? 
LEUTOLDO 
Il mio dovere. 
Solo di mia famiglia 
Lasciommi il cielo un'adorata figlia: 
Un vil ministro 
Rapirla osava al mio paterno amore 
D'Edwige io sono padre, 
Difender io la seppi. 
Quest'arma mia l'oppresse 
(mostrando la scure intrisa di sangue) 
Ah! lo vedete voi? quest'È
suo sangue. 
MELCHTHAL 
Oh ciel  chi lo sostiene? 
Tutto pe' giorni suoi temer conviene. 
LEUTOLDO 
Sopra l'opposta sponda 
Un certo asil m'avrei Deh! mi vi guida 
(pregando il Pescatore) 
PESCATORE 
Il 
Vietano avvicinarsi ove tu brami; 
E l'affrontarli, o misero, 
E darsi a certa morte. 
LEUTOLDO 
Oh quanto ingiusto 
Sei meco! all'ultim'ora 
Non oda i tuoi rimorsi il sommo Nume. 
Guglielmo e detti. 
GUGLIELMO 
(Egli sparÃŒ, né a rinvenirlo io giunsi.) 
CORO DI SOLDATI 
(di dentro) 
Leutoldo! Sciagurato! 
LEUTOLDO 
Gran Dio! tu sol mi puoi salvar. 
GUGLIELMO 
Io sento 
Minacciar e dolersi 
LEUTOLDO 
Oh mio Guglielmo! 
Crudo destin m'opprime 
Mi si persegue: non son reo, mel credi. 
E per sottrarmi al mio crudel destin 
Questo mi resta solo arduo cammin. 
GUGLIELMO 
Tu l'odi, pescator, lo salva 
LEUTOLDO 
È vano! 
Come il tristo Gessler 
Egli È per me crudele. 
GUGLIELMO 
(Sventurato!..) che apprendo! 
Ma s'ei lo nega, io di salvarti intendo. 
CORO DI SOLDATI 
(di dentro) 
Chiede sangue l'assassinio, 
E Leutoldo il verserÀ. 
GUGLIELMO 
(a Leutoldo) 
Vieni, t'affretta Addio. 
EDWIGE 
Tu a morte vai 
GUGLIELMO 
Ah, non temere, Edwige: 
Trova sicura guida 
L'uomo che nel cielo interamente fida. 
(scende in battello, e vogando parte con Leutoldo) 
Rodolfo con 
(inginocchiati e volti verso il battello che vedesi lottar coll'onde) 
Nume pietoso, 
Dio di bontÀ! 
Il suo riposo 
Da te verrÀ. 
Salvar clemente 
Tu puoi, Signor, 
Dell'innocente 
Il difensor. 
RODOLFO e CORO DI SOLDATI 
(da lontano) 
Di morte e scempio 
È giunta l'ora. 
Sciagura all'empio! 
Convien che mora! 
Guglielmo ha sorpassato il punto piÙ difficile 
JEMMY ed EDWIGE 
Egli È salvo! 
RODOLFO 
Oh mio furor! 
CORO DI SVIZZERI 
Superato ha il rischio omai. 
EDWIGE, JEMMY e MELCHTHAL 
(Non invano il ciel pregai.) 
RODOLFO 
M'È d'oltraggio il lor godere. 
JEMMY e MELCHTHAL 
(Ah! perché, perché l'etade 
Non risponde al mio desir!) 
CORO DI SVIZZERI 
(Mugge il tuon sul nostro capo: 
Di tempesta egli È forier 
Fuggiam, fuggiam) 
RODOLFO 
Restate, 
E tosto a me svelate 
Chi l'assassino ha salvo, 
Chi 'l trasse in sicurtÀ. 
OrsÙ, obbedite, o chi tace cadrÀ. 
I soldati circondano gli svizzeri.
JEMMY ed EDWIGE 
(Che sento!.. ohimÈ!) 
CORO DI SOLDATI e RODOLFO 
(Treman tutti di giÀ.) 
PESCATORE, MELCHTHAL e CORO DI
SVIZZERI 
(GiÀ m'ingombra il terror! 
Di noi che mai sarÀ?) 
JEMMY, EDWIGE e CORO DI SVIZZERI 
(Pietoso cielo, accogli 
Il voto, il priego nostro! 
Dall'ira di quel mostro 
Ne salva per pietÀ!) 
MELCHTHAL 
CiÃ’ ch'ei fece, ognun di noi 
L'oserebbe. Amici, ardir. 
CORO 
Amici, ardir! Amici, ardir! 
RODOLFO 
Ah! tremate. Il reo svelate. 
MELCHTHAL 
Sciagurato! questo suolo 
Non È suol di delator! 
RODOLFO 
Quel ribaldo circondate! 
E sia tratto al mio signor. 
Alcuni soldati s'impadroniscono di Melchthal; gli altri, ricevuto l'ordine da Rodolfo, si dispongono ad obbedirlo invadendo le capanne all'intorno.
Su via, struggete, 
Tutto incendete, 
Orma non resti 
D'abitator. 
Strage e rovina 
Sia la lor sorte. 
Lampo di morte 
È il mio furor. 
SOLDATI 
SÌ, sÌ, struggiamo, 
Tutto incendiamo, 
Orma non resti 
D'abitator. 
Strage e rovina 
Sia la lor sorte. 
Lampo di morte 
È il suo furor. 
JEMMY 
SÌ, si, struggete, 
Tutto incendete, 
Ma in ciel v'ha un Nume 
Vendicator . 
Te forse un giorno 
FarÀ perduto 
L'arco temuto 
EDWIGE, MELCHTHAL, PESCATORE e
CORO DI SVIZZERI 
SÌ, sÌ, struggete, 
Tutto incendete, 
Ma in ciel v'ha un Nume 
Vendicator . 
VerrÀ un gagliardo, 
Il di cui dardo 
SaprÀ punire 
Un oppressor. 
Malgrado l'opposizione de' suoi compagni, Melchthal È circondato e trascinato dai soldati di Rodolfo.
Valle profonda. 
In lontano vedesi il villaggio di Brunnen ai piedi delle alte montagne del
Rütli. A sinistra dell'attore si scorge parte 
Incomincia la notte. 
Coro di cacciatori recando le uccise belve, indi 
CORO 
Qual silvestre metro intorno 
Si congiunge al nostro corno! 
Mesce il daino il suon morente 
Al fragore 
Ed allor ch'estinto resta 
Chi la gioia puÃ’ imitar? 
Il furor della tempesta 
PuÃ’ quel giubilo eguagliar. 
Odesi il suono d'una campana, quindi la cornamusa dei boari svizzeri.
UN CACCIATORE 
Qual suon?.. Udiam. 
CORO DI PASTORI 
Del raggiante lago in seno 
Cade il giorno. 
Il suo placido sereno 
Sparve intorno. 
La campana 
Di partenza È a noi messaggio. 
GiÀ cade il dÌ. 
UN CACCIATORE 
La molesta voce È questa 
Suono lontano.
CORO 
Di Gessler risuona il corno. 
Ciascun riede al suo soggiorno, 
GiÀ cade il dÌ. 
(partono) 
Matilde sola. 
MATILDE 
S'allontanano alfine! 
Io sperai rivederlo, 
Ei mi seguÃŒa lontano esser non puote 
Io tremo ohimÈ!.. se qui venisse mai! 
Onde l'arcano sentimento estremo 
Di cui nutro l'ardor, ch'amo fors'anco! 
Arnoldo! Arnoldo! ah! sei pur tu ch'io bramo. 
Semplice abitator di questi campi, 
Di questi monti caro orgoglio e speme, 
Sei tu sol che incanti il mio pensiero, 
Che il mio timor cagioni. Oh! almen ch'io possa 
Confessarlo a me stessa io t'amo, Arnoldo! 
Tu i giorni miei salvasti, 
E l'amor piÙ possente in me destasti. 
Selva opaca, deserta brughiera 
Qual piacer la tua vista mi dÀ. 
Sovra i monti ove il turbine impera 
Alla calma il mio cor s'aprirÀ. 
L'eco sol le mie pene udirÀ. 
Tu, bell'astro, al cui dolce riflesso 
Il mio passo vagante sen va, 
Tu m'addita ove Arnoldo s'aggira; 
A lui solo il mio cuor s'aprirÀ, 
Esso sol le mie pene udirÀ. 
Arnoldo e detta. 
ARNOLDO 
Se il mio giungere t'oltraggia, 
Mel perdona, Matilde. I passi miei, 
Incauto sino a te spinger osai. 
MATILDE 
A mutua colpa È facile il perdono. 
Arnoldo, io t'attendea 
ARNOLDO 
Questi soavi accenti, ah! ben lo veggo, 
Ha la pietÀ inspirati. 
Deh! compiangi il mio stato; 
Amandoti io t'offendo. 
Il mio destino È orribile! 
MATILDE 
Ed È men tristo il mio? 
ARNOLDO 
Uopo È perÒ 
Che in cosÌ dolce e barbaro momento, 
E fors'anco l'estremo, 
L'alma figlia dei re 
A conoscermi apprenda. 
Io con nobile orgoglio ardisco dirlo: 
Il ciel per te dato m'avea la vita. 
D'un fatal pregiudizio 
Lo scoglio misurai. 
Rispettarlo saprÃ’ da te lontano. 
Comandami, o Matilde, 
Fuggir dagli occhi tuoi, 
Che abbandoni la patria e il padre mio, 
Morte trovar sovra straniera terra, 
Sceglier per tomba inospital foresta; 
Parla, pronunzia un solo accento. 
MATILDE 
Arresta. 
Tutto apprendi, o sventurato, 
Il segreto 
Per te solo fu piagato, 
Per te palpita d'amor. 
ARNOLDO 
Se tu m'ami, se all'affetto 
Puoi risponder 
Una speme avere in petto 
Io potrÃ’ di pace ancor. 
Ma tra noi qual mai distanza, 
Quanti ostacoli vi sono! 
MATILDE 
Ah, non perder la speranza: 
Tutto il ciel ti dette in dono. 
ARNOLDO 
Cari, onesti e dolci accenti! 
Di piacer colmate il cor. 
MATILDE 
(Posso amarlo. Quai momenti 
ProverÃ’ di gioia e amor!) 
Riedi al campo della gloria 
Nuovi allori a conquistar 
Potrai sol colla 
La mia destra meritar. 
ARNOLDO 
Riedo al campo della gloria 
Nuovi allori a meritar. 
Quando in premio di 
CesserÃ’ di palpitar? 
MATILDE e ARNOLDO 
Il core che t'ama 
Sol cerca, sol brama 
Di viver con te. 
Ah! questa speranza, 
Che sola m'avanza 
Fia sempre con me. 
S'ode un calpestÃŒo.
MATILDE 
Alcun vien Separiamoci. 
ARNOLDO 
PotrÃ’ vederti ancora? 
MATILDE 
Al nuovo giorno, 
ARNOLDO 
Oh gioia! 
MATILDE 
Quando sorga l'aurora, 
Nell'antico tempietto, 
Al cospetto di Dio, 
Da te riceverÃ’ l'ultimo addio. 
ARNOLDO 
(cade a' piedi di Matilde e le bacia la mano) 
Oh! suprema bontÀ! 
MATILDE 
Forza È lasciarti. 
ARNOLDO 
Cielo! Guglielmo! 
Gualtier! Dio! Parti, ah! parti. 
Matilde parte.
Gualtiero, Guglielmo e detto. (JPEG, 31
kB) 
GUGLIELMO 
Solo non eri in questo loco. 
ARNOLDO 
Ebbene? 
GUGLIELMO 
Un colloquio ben grato 
A turbar giunsi. 
ARNOLDO 
Eppure io non vi chiedo 
A che mirate 
GUALTIERO 
E forse, 
PiÙ che a ciascun, È a te mestieri udirlo. 
GUGLIELMO 
No. Ad Arnoldo che importa 
S'egli abbandona i suoi, 
S'egli in segreto aspira 
A servir chi ne opprime? 
ARNOLDO 
E d'onde il sai? 
GUGLIELMO 
Dal fuggir di Matilde e dal tuo stato. 
ARNOLDO 
E tu mi vegli! 
GUGLIELMO 
Io stesso! 
In questo cor lanciasti 
Sin da ieri il sospetto. 
ARNOLDO 
Ma se amassi? 
GUALTIERO 
Gran Dio! 
ARNOLDO 
Se amato io fossi, 
I supposti 
GUGLIELMO 
Sarian veri. 
ARNOLDO 
GUALTIERO 
Empio saria. 
ARNOLDO 
Matilde 
GUGLIELMO 
Ell'È nostra nemica. 
GUALTIERO 
Ha nelle vene un abborrito sangue. 
GUGLIELMO 
E vilmente egli cadde a' piedi suoi. 
ARNOLDO 
Ma di qual dritto il cieco furor vostro?.. 
GUGLIELMO 
Un solo accento, e ti sarÀ palese. 
Sai, tu, Arnoldo, che sia l'amor di patria? 
ARNOLDO 
Voi parlate di patria? 
Ah, non ve n'ha per noi. 
Io lascio queste rive 
Abitate dall'odio, 
Dalla discordia, dal timor: fantasmi 
Di servitudi orrende. 
In arene men triste onor m'attende. 
GUGLIELMO 
Allor che scorre - De' forti il sangue! 
Che tutto langue, - Che tutto È orror, 
La spada impugna, - Gessler difendi, 
La vita splendi - Pel traditor. 
ARNOLDO 
Al campo volo - Onor m'attende, 
Ardir m'accende, - M'accende amor. 
DesÃŒo di gloria - M'invita all'armi: 
È di 
GUALTIERO 
Estinto un vecchio - Gessler facea, 
Quell'alma rea - Svenar lo fe' 
Da noi vendetta - L'estinto aspetta, 
E la domanda, - La vuol da te. 
ARNOLDO 
Oh, qual mistero orrendo!.. 
Un vecchio ei spense!.. Oh Dio! 
GUALTIERO 
Per te moria piangendo 
ARNOLDO 
Ed È?.. 
GUALTIERO 
Tacer degg'io. 
GUGLIELMO 
S'ei parla, il cor ti squarcia. 
ARNOLDO 
Mio padre! . . 
GUALTIERO 
Sciagurato! 
Ei stesso fu svenato, 
Ei stesso cadde spento 
Per man dell'oppressor. 
ARNOLDO 
Ah, che sento!.. il padre!.. ohimÈ! io spiro 
Troncar suoi dÌ 
Quell'empio ardiva, 
Ed il mio acciar 
Non si snudÃ’! 
Mio padre, ohimÈ! 
Mi malediva, 
Ed io la patria 
Allor tradiva!.. 
Cielo! mai piÙ 
Lo rivedrÃ’! 
GUGLIELMO e GUALTIERO 
(Quali smanie! egli appena respira. 
Il rimorso che il cor gli martira 
Dell'amor ogni nodo spezzÃ’; 
A quel duolo giÀ cade e delira, 
GiÀ la benda fatale strappÒ.) 
ARNOLDO 
È dunque vero? 
GUALTIERO 
Vidi il delitto; 
Il derelitto 
Vidi spirar. 
ARNOLDO 
Che far?.. Gran Dio! 
GUGLIELMO 
Il tuo 
ARNOLDO 
Morir degg'io 
GUGLIELMO 
Viver dÊi tu. 
ARNOLDO 
Quell'empio al suolo 
CadrÀ svenato. 
Io l'ho giurato 
Pel genitor. 
GUGLIELMO 
Deh! frena i tuoi trasporti, 
Deh, calma l'ira omai 
E vendicar potrai 
La patria, il genitor. 
ARNOLDO 
E a che tardiam? 
GUGLIELMO 
La notte 
A' voti nostri amica, 
GiÀ distende su noi 
Un'ombra protettrice, 
E tu vedrai tra poco 
Avvolti nel mistero 
Qui giunger cauti i generosi amici 
Che udranno i pianti tuoi, 
Cangiati in brandi ed aste 
Tentar con miglior sorte 
O libertade o morte. 
ARNOLDO, GUGLIELMO e GUALTIERO 
O libertade o morte. 
La gloria infiammi - I nostri petti, 
Il ciel propizio - Con noi cospira; 
Chiede vendetta - E non dolor. 
Nel suo destino - Ei fortunato 
Con la sua morte - Par che ci dica 
Che del martirio - Il serto È dato 
A coronare - 
GUGLIELMO 
Confuso da quel bosco 
Sembrami udir fragor. 
GUALTIERO 
Ascoltiamo . 
ARNOLDO 
Silenzio. 
GUALTIERO 
SÌ, ascoltiamo. 
Di numerosi passi 
Risuona la foresta. 
ARNOLDO 
PiÙ lo strepito appressa. 
GUALTIERO 
Chi avanza? 
Abitanti d'Unterwalden, e detti. 
CORO 
Amici della patria. 
GUGLIELMO 
Oh 
ARNOLDO Oh vendetta.
ARNOLDO, GUGLIELMO e GUALTIERO 
Onore al cor 
CORO 
Con ardor richiese il cor 
Di sfidar, di superar 
La distanza ed i perigli, 
E ogni cor con ardor 
Brama vincere o morir. 
Il vigor de' tuoi consigli 
Nuovo in noi desta ardir. 
GUGLIELMO 
O d'Unterwald voi generosi figli! 
Questo nobile ardor non ne sorprende. 
GUALTIERO 
Imitarlo sapremo. 
Si ode una tromba. 
Degli amici di Schwitz 
Odo la tromba risuonar d'intorno; 
È surto, o patria, di tua gloria il giorno! 
Abitanti di Schwitz, e detti. 
CORO 
Domo, o ciel, da uno straniero, 
A' suoi 
E coperto dal mistero, 
Quivi È tratto a lagrimar. 
Qui sol puÃ’ la sua sciagura 
GUGLIELMO 
E scusabil la tema 
In chi tra' ceppi vive. 
Alla mia speme v'affidate: amica 
Ne arriderÀ la sorte. 
Onore al cor 
TUTTI 
Onore al cor 
GUALTIERO 
D'Uri mancan soltanto 
I magnanimi amici. 
GUGLIELMO 
Onde le tracce 
Nasconder de' lor passi, 
E per meglio celar la nostra impresa, 
S'apron co' remi loro 
Sul mobile elemento 
Il sol sentier che non inganna mai. 
Dal lago vedonsi approdare alla riva diverse navicelle.
GUALTIERO 
De' prodi, ascolta, È giÀ compiuto il patto. 
Non odi tu? 
GUGLIELMO 
Chi viene? 
Abitanti d'Uri dalla parte 
CORO 
Amici della patria. 
GUGLIELMO 
Onore della patria a' difensor. 
TUTTI 
(meno gli abitanti di Uri) 
Onore della patria a' difensor. 
CORO 
Guglielmo, sol per te 
Tre popoli s'unir, 
Il barbaro a punir 
Ciascuno È presto. 
Parla, e il tuo dir sarÀ 
Di stimolo al codardo; 
E come acceso dardo 
Il core infiammerÀ. 
GUGLIELMO 
La valanga che volve 
Dalla cima dei monti, 
E morte suol lasciar sui campi nostri, 
In sé 
Men funesti rinserra 
Di quei che versa empio tiranno in terra. 
GUALTIERO 
A noi pur oggi È dato, 
Ed al nostro coraggio, 
Di purgar queste rive 
Dal mostro abbominato. 
CORO 
Di guerra alla minaccia, 
Ad onta nostra, il cor freme ed agghiaccia! 
GUALTIERO 
Dov'È l'antica audacia? Per mille anni 
Gl'indomiti avi nostri 
A difender fur presti i dritti loro, 
E in noi fia che s'estingua ardor cotanto? 
CORO 
Ma adesso Oh qual terror! 
GUGLIELMO 
Da lungo tempo 
Usi a soffrir, piÙ il peso non sentite 
Delle vostre sciagure? Almen pensate 
Alle vostre famiglie. I padri
vostri, 
E le mogli e le figlie 
PiÙ asilo omai non han nel vostro tetto. 
GUALTIERO 
PiÙ ospitale tra noi non v'ha ricetto. 
GUGLIELMO 
Amici, contro questo giogo infame 
Invan reclama umanitÀ. Trionfanti 
Sono i nostri oppressori. 
E cinti da' perigli 
Vediamo i genitor, le spose, i figli 
CORO 
E cinti da' perigli 
Vediamo i genitor, le spose, i figli 
Che far dobbiam? che far? a noi lo svela. 
ARNOLDO 
La morte vendicar 
Melchthal? qual era il suo delitto? 
ARNOLDO 
L'amor della sua patria. 
CORO 
L'empio di morte È degno. 
GUGLIELMO 
Mostriamoci degni alfine 
Nell'ombra e nel silenzio 
I tre 
CORO 
Nell'ombra e nel silenzio 
I tre 
GUGLIELMO 
Domani fia che sorga 
Il giorno di vendetta. 
Ne reggerete voi? 
CORO 
Non lo temer! SÌ, tutti. 
GUGLIELMO 
Presti a vincer? 
CORO 
SÌ, tutti. 
GUGLIELMO 
Presti a morir? 
CORO 
SÌ, tutti. 
GUGLIELMO 
Ebben, serbate 
Vigore ed ardimento, 
Sia fermo il patto e saldo il giuramento. 
TUTTI 
Giuriam, giuriamo 
Pei nostri danni, 
Per gli avi nostri, 
Pe' nostri affanni, 
Al Dio de' regi 
E de' pastor, 
Di tutti abbatter 
Gli empi oppressor. 
Se qualche vil 
V'ha mai tra noi, 
Lo privi il sol 
De' raggi suoi, 
Non oda il ciel 
La sua preghiera, 
E giunto il fin 
Di sua carriera, 
Gli neghi tomba 
La terra ancor. 
ARNOLDO 
GiÀ sorge il dÌ 
GUALTIERO 
Segnal per noi d'allarme. 
GUGLIELMO 
Di 
GUALTIERO 
Qual grido 
Corrispondervi deve? 
ARNOLDO 
All'armi! 
GUGLIELMO e GUALTIERO 
All'armi! 
TUTTI 
All'armi! 
(partono) 
Scena 1 (revisione)
Campagna amena e remota.
Matilde e Arnoldo. 
MATILDE 
Arnoldo, e d'onde nasce 
La tua disperazion? È questo, parla, 
Questo il tenero addio che m'attendea? 
Tu parti, ma ben presto 
Noi potrem rivederci. 
ARNOLDO 
Ah! no, qui resto, 
Resto per vendicare il padre mio. 
MATILDE 
Che speri tu? 
ARNOLDO 
Sangue soltanto io spero. 
Ai favori rinunzio della sorte. 
A tutto ciÃ’ che aspiro, 
Alla gloria, a te stessa. 
MATILDE 
Arnoldo, a me? 
ARNOLDO 
Fu tratto a morte il padre. 
Sotto un ferro nemico egli È caduto. 
MATILDE 
OhimÈ! 
ARNOLDO 
Non sai tu forse 
Chi dirigesse il colpo? 
MATILDE 
Ah! freme il core oppresso 
ARNOLDO 
Tel disse il tuo terror Gessler. 
MATILDE 
Ei stesso? 
Ah! se privo di speme È l'amore, 
Non mi resta che pianto e terrore, 
Infelice per sempre sarÃ’. 
Un delitto a me toglie il mio bene, 
Fa piÙ acerbe le immense mie pene, 
Né il suo duol confortar io potrÃ’. 
Ah! che invan provocando il destino 
A te salda serbai la mia fé; 
Ché se tu non mi sei piÙ vicino 
SarÀ morte la vita per me. 
E per colmo di duol cosÌ rio 
A te un padre il delitto rapi; 
Né divider, piangendo, poss'io 
Quel destin che te stesso colpÌ. 
Ma in onta a un fato barbaro 
Per sempre il mesto cor 
ConserverÀ l'imagine 
Odesi un suono lontano.
ARNOLDO 
Qual fragor! Qual suono ascolto? 
Che sarÀ? 
MATILDE 
Gessler si desta. 
ARNOLDO 
Ei verrÀ dal fulmin côlto. 
MATILDE 
Oggi scende ad una festa 
Che in 
Fuggi Ah! fuggi un uom fatale, 
La sua gioia È ognor mortale; 
Se mai priego al cor ti scese 
Fuggi, o misero. 
ARNOLDO 
Io fuggir? 
MATILDE 
Se a me niega di seguirti 
Reo poter di sorte austera, 
L'alma mia ti segue intiera 
Fida sempre al tuo soffrir. 
ARNOLDO 
Fanno insulto al duol quei canti; 
Io qui resto per punir. 
MATILDE 
Pensa, Arnoldo 
ARNOLDO 
Al padre io penso. 
MATILDE e ARNOLDO 
Sacrifizio io gli offro immenso 
Se ti lascio nel martir. 
Dunque addio, per sempre addio, 
Il destin si dee compir. 
Partono per lati opposti. 
Gran piazza d'Altdorf.
Nel fondo scorgesi il castello di Gessler. Da una parte evvi un palco
destinato al Governatore. Ornano la piazza alcuni alberi di tigli, meli, ecc.
Nel mezzo sarÀ piantato un palo a cui È sovrapposto un trofeo di
armi, al quale tutti dovranno inchinarsi. 
Gessler, Rodolfo, ufficiali,
paggi, guardie, coro di soldati e di svizzeri, e popolo. 
SOLDATI 
Gloria al poter supremo, 
Gloria a Gessler, 
Terror del mondo inter. 
Nella sua rabbia estrema 
Ei lancia l'anatema 
Sul popolo e il guerrier. 
SVIZZERE 
(Ben altre leggi avremo, 
Matilde, un dÌ per te. 
Il tuo poter supremo 
Sia tutto amor e fé.) 
GESSLER 
L'orgoglioso invan pretende 
Disfidar la mia vendetta, 
Le mie leggi trasgredir. 
D'ogni grado, d'ogni sesso, 
Quest'insegna riverir. 
(va a sedersi sul palco) 
SOLDATI 
Gloria al poter supremo, 
Gloria a Gessler, 
Terror del mondo inter. 
Nella sua rabbia estrema 
Ei lancia l'anatema 
Sul popolo e il guerrier. 
SVIZZERE 
(Ben altre leggi avremo, 
Matilde, un dÌ per te. 
Il tuo poter supremo 
Sia tutto amor e fé.) 
GESSLER 
Che l'impero germano oggi riceva 
Della vostra obbedienza il sacro pegno. 
Da un secolo ei si degna 
Un appoggio accordar col suo potere 
Alla fralezza vostra. Da 
I nostri dritti allora 
Vennero assicurati, 
E fur dagli avi vostri rispettati. 
Co' canti e in un co' giuochi 
Di questo dÌ l'orgoglio 
S'esalti. Udiste? Il voglio. 
SVIZZERE 
Quell'agil piÈ 
Ch'egual non ha, 
Invan l'augel 
Seguir potrÀ. 
SVIZZERI 
La tua danza sÌ leggiera, 
Pastorella forestiera, 
Oggi al canto s'unirÀ. 
Non ha aprile 
Fior gentile 
Che pareggi 
Tua beltÀ. 
TUTTI 
Non ha l'aprile 
Un fior piÙ gentile 
Che sia simile 
A tua beltÀ. 
Segue danza.
Alcuni soldati trascinano sul proscenio Guglielmo ed il figlio, che hanno
osservati tra la folla, e detti. (JPEG,
30 kB) 
RODOLFO 
(a Guglielmo) 
Inchinati, superbo. 
GUGLIELMO 
Nella fiacchezza sua se puoi tu, armato, 
Un popolo avvilir, me no, che sprezzo 
Qualunque legge che a viltÀ mi spinge. 
RODOLFO 
Miserabile! 
SVIZZERI 
(Oh qual funesto ardire! 
Per lui temer dobbiamo!) 
RODOLFO 
(a Gessler) 
Avvi chi tenta 
Infranger le tue leggi. 
GESSLER 
Qual È, 
qual È l'audace? 
RODOLFO 
È al tuo cospetto. 
GUGLIELMO 
Il tuo poter rispetto, 
Venero le tue leggi e non pertanto 
Il capo io piego innanzi a Dio soltanto 
GESSLER 
Cedi, obbedisci, o trema. 
La mia voce, i tuoi rischi 
Ti minacciano insiem. Mira quest'armi, 
Osserva que' soldati. 
GUGLIELMO 
Io t'odo, io vedo, 
E non t'intendo ancora. 
GESSLER 
Lo schiavo ch'È ribelle al suo signore, 
Non freme in preveder la propria sorte? 
GUGLIELMO 
E qui sarei, ov'io temessi morte? 
RODOLFO 
Quest'ardire, signor, me lo palesa: 
Egli È Guglielmo Tell, È quell'iniquo 
Che Leutoldo sottrasse all'ira tua. 
GESSLER 
S'arresti, olÀ! 
SOLDATI 
Gli È quello 
L'arcier temuto tanto, 
L'ardito remator. 
GESSLER 
Per lui non v'ha pietade; 
Ei cadde in poter mio. 
GUGLIELMO 
L'ultimo almen foss'io 
Scherno del tuo furor. 
GESSLER 
Quel fasto m'offende, 
Furente mi rende. 
Dal fulmin colpito 
Piegar ti vedrÃ’. 
RODOLFO 
Dal fulmin colpito 
Domato il vedrÃ’. 
Andiam, si disarmi, 
Fuggire non puÃ’. 
GUGLIELMO 
(Oh perfida sorte! 
Diletto mio figlio, 
T'invola al periglio, 
E lieto morrÃ’.) 
JEMMY 
(Quel fulmin che pende 
Felice mi rende 
Se teco colpito 
Morire potrÃ’.) 
Vien tolta la balestra e la faretra a Guglielmo.
GUGLIELMO 
(a Jemmy di nascosto) 
(Corri alla madre, e fa' che tosto incenda 
De' nostri monti sull'estrema cima 
La fiamma che segnale a' tre Cantoni 
Sia di battaglia.) 
GESSLER 
(a Jemmy che s'allontana) 
Arresta! 
(La loro tenerezza 
La mia vendetta infiamma.) 
(a Guglielmo) 
A me rispondi. 
E questo il figlio tuo? 
GUGLIELMO 
Il solo. 
GESSLER 
(scendendo dal palco) 
Ebben, salvarlo vuoi? 
GUGLIELMO 
Salvarlo! 
Qual È il suo fallo mai? 
GESSLER 
L'esserti figlio, 
Il tuo parlar, l'incauto orgoglio tuo. 
GUGLIELMO 
Io solo, io sol t'offesi: 
Me solo punir dÊi. 
GESSLER 
(distaccando un pomo da un albero) 
Siccome abile arciero 
Ti tiene ognun de' tuoi, 
Sul capo di tuo figlio 
Pongasi questo pomo, e tu col dardo 
Involarglielo dÊi sotto il mio sguardo. 
GUGLIELMO 
Che chiedi mai! 
GESSLER 
Lo voglio. 
GUGLIELMO 
Qual orribile decreto! 
Sul figlio mio!.. mi perdo!.. 
E tu, crudel, puoi comandarlo? Ah! mai 
Troppo grande È il delitto. 
GESSLER 
Obbedisci! 
GUGLIELMO 
Ma tu figli non hai? 
V'È un Dio, Gessler 
GESSLER 
Obbedisci! 
GUGLIELMO 
Egli n'ascolta 
GESSLER 
Assai 
Dicesti; cedi alfin. 
GUGLIELMO 
Non posso. 
GESSLER 
(ai soldati) 
Pera, 
Pera il suo figlio. 
GUGLIELMO 
Ah! no terribil legge! 
Gessler, di me trionfi, 
Una viltÀ m'impone 
La vita di mio figlio: 
Gessler, innanzi a te mi prostro. 
GESSLER 
(deridendo Guglielmo con sarcasmo) 
Ecco l'arcier temuto, 
L'ardito remator. La tema il vince, 
Lo abbatte un detto. 
GUGLIELMO 
Ah! questo avvilimento 
È giusto e mi punisci a dritto. 
JEMMY 
Ah! padre, 
Pensa alla tua destrezza! 
GUGLIELMO 
Temo il troppo amor mio. 
JEMMY 
Dammi la mano, 
Posala sul mio cor, 
Senti: di tema no, batte d'amor. 
GUGLIELMO 
Ti benedico figlio mio, piangendo, 
La calma 
Ritorna a me vigore. 
(Affetti miei, tacete.) 
A me l'armi porgete. 
Io son Guglielmo Tell. 
Gli vien restituita la balestra e la faretra che vuota per terra; sceglie uno strale e ne cela un altro sotto la veste.
GESSLER 
S'annodi il figlio suo. 
JEMMY 
Annodarmi! che ingiuria! Ah! no, che almeno 
Libero io mora. Espongo 
Senza tremare il capo al colpo orrendo, 
E senza impallidir fermo l'attendo. 
SVIZZERI 
(Ah! nemmeno l'innocenza 
PuÃ’ calmar la sua vendetta!) 
JEMMY 
Coraggio, padre mio! 
GUGLIELMO 
Alla sua voce, dalla man mi cadono 
Quest'armi abbominate, 
E le luci ho di pianto ottenebrate. 
Mio figlio! ch'io t'abbracci 
Un'altra 
Al cenno di Gessler, Jemmy ritorna presso Guglielmo.
Resta immobile, e vÊr la terra inchina 
Un ginocchio a pregar. Invoca Iddio, 
Ché, sol per suo favore, 
Al sen tornar potrai 
CosÌ riman col guardo fiso al ciel. 
Tu per amore vacillar potresti 
Vedendo contro te lanciar l'acuto stral, 
Un moto sol potrebbe 
La vita a noi costar. 
Jemmy, pensa a tua madre. 
Ella ci attende insiem. 
Vien posto il pomo sul capo di Jemmy ch'È tornato in fretta al suo posto; Guglielmo con torbidi sguardi scorre intorno la piazza; guarda Gessler e porta la mano dove ha celato il secondo strale; prende la mira, scocca e coglie il pomo.
SVIZZERI 
JEMMY 
Oh, padre! 
SVIZZERI 
Sua vita È salva. 
GUGLIELMO 
Ciel! 
GESSLER 
Il pomo colse, oh rabbia! 
SVIZZERI 
Dal capo glielo tolse. 
Guglielmo trionfÃ’. 
GESSLER 
Oh furor! 
SVIZZERI 
Grazie, o Ciel! 
JEMMY 
Ei mi salvÃ’ la vita, 
Un padre potea mai spegnere il figlio? 
GUGLIELMO 
Io piÙ non reggo io mi sostengo appena 
Sei tu, mio caro figlio? 
Io soccombo alla gioia! 
(sviene abbracciando il figlio, e gli cade lo strale che aveva nascosto)
JEMMY 
Ah! soccorrete il padre. 
GESSLER 
(Ei sfugge all'ira mia) 
(osservando il dardo caduto) 
Che vedo! 
GUGLIELMO 
Oh cielo! il sol mio ben salvai. 
GESSLER 
Quel dardo a che? 
GUGLIELMO 
Per te, s'egli era estinto. 
GESSLER 
Trema! 
GUGLIELMO 
Io tremar? 
GESSLER 
Sia di catene avvinto. 
I soldati eseguiscono.
Matilde, damigelle e detti. 
MATILDE 
Fia ver? delitto orrendo! 
SVIZZERI 
(E ancor dobbiam soffrir?) 
SOLDATI 
Entrambi den morir. 
GESSLER 
Che tosto sien troncati 
Lor giorni sciagurati. 
Io lo giurai, ma i rei 
Sfidar gli sdegni miei, 
Attendan quindi in ceppi 
L'ora del loro morir. 
MATILDE 
Che! il figlio?.. Ah! no: t'arresta. 
Fiera sentenza È questa. 
GESSLER 
Dato fu il segno e basti; 
Meco tu invan contrasti. 
Il figlio ancor 
MATILDE 
Giammai, 
Giammai finché vivrÃ’. 
(ai soldati) 
In nome 
Suo figlio a me sia dato. 
(a Gessler) 
Un popol vedi, insano, 
Contro di te sdegnato, 
E tu resisti ancor? 
RODOLFO 
(sottovoce a Gessler) 
(Cedilo: il padre 
Almen ne resta.) 
SVIZZERI 
Ah! sÌ, bontade 
Gessler cede e dÀ ordine che Jemmy sia affidato a Matilde.
Guglielmo!.. oh sorte 
Atra, funesta! 
(vedendolo incatenato fra i soldati) 
Tal premio ottiene 
La sua virtÙ? 
RODOLFO 
(sottovoce a Gessler) 
Mormoran essi; 
Non li odi tu? 
GESSLER 
L'audacia dell'infido 
Nell'odio lor rivive. 
Verso Kusmac il guido: 
Per lago il condurrÃ’. 
RODOLFO 
Sul lago?.. la bufera 
Deh! pensa 
GESSLER 
Van timor! 
(deridendo Guglielmo) 
Chi mai, chi mai dispera 
Dell'abil remator? 
A nuovo il traggo orribile 
Supplizio entro Kusmac, 
A cui fa cinta il lago. 
SVIZZERI 
Grazia! 
GESSLER 
SÌ, or or vedrete, 
Come ciascun fo pago. 
Io l'abbandono a' rettili. 
La lor vorace fame 
Gli schiuderÀ l'avello. 
JEMMY 
Ah padre! 
GUGLIELMO 
Oh figlio! 
SVIZZERI 
Grazia! 
Grazia! 
GESSLER 
Giammai!.. 
MATILDE 
Oh ciel!.. 
(È il suo destin segnato, 
Ma fia per me salvato 
Il figlio e il genitor.) 
JEMMY 
(a Matilde) 
Quando mi vuol l'ingrato 
Da un padre separato, 
In voi sol spera il cor. 
GUGLIELMO 
(a Gessler) 
Compi il crudel mio fato, 
Ma almeno il figlio amato 
Sia tolto a tant'orror. 
RODOLFO, GESSLER e SOLDATI 
L'ira sola che l'accende/m'accende 
Il lor sangue puÃ’ placar. 
SVIZZERI 
(Misero! a qual mai fato 
Serbato È il suo valor!) 
GESSLER 
(al popolo) 
Si sgombri, olÀ! il recinto, 
O a' piedi vostri estinto 
Faccio costui cader. 
(Temon la mia vendetta.) 
RODOLFO e SOLDATI 
Il cenno ognun rispetta, 
Temon la tua vendetta. 
SVIZZERI 
(Silenzio: assicuriamo 
Il dÌ della vendetta.) 
GUGLIELMO 
AnÀtema a Gessler! 
JEMMY 
(a Matilde) 
Udiste la sentenza? 
AnÀtema a Gessler! 
RODOLFO e SOLDATI 
E noi tanta insolenza 
Dovrem soffrir, tacer? 
SVIZZERI 
AnÀtema a Gessler! 
Ei di morte È sul sentier. 
GESSLER 
Se alcun di lor s'inoltra, 
Si faccia al suol cader. 
MATILDE 
Ah! vieni tu con me. 
(conduce seco Jemmy) 
SOLDATI 
Evviva, evviva Gessler. 
SVIZZERI 
AnÀtema a Gessler. 
Gessler, Rodolfo ed i soldati si fanno largo nella confusione del popolo, e trascinano Guglielmo altrove. Matilde conduce seco Jemmy. Il popolo, incalzato dai soldati, si allontana nella massima costernazione.
Quarto atto
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L'interno di una vecchia capanna in ruine, che avvicina ai
giardini 
Matilde e Arnoldo. 
MATILDE 
Oh ciel! SÃŒ torbido e perché? 
È questo il dolce addio 
Che tu mi dai ben mio? 
Non temer, al mio sen 
Presto ti stringerÃ’. 
ARNOLDO 
No! Io resto: l'onor 
Me lo impone e il 
Io resto: vendicar vo' il padre! 
MATILDE 
Che speri tu? 
ARNOLDO 
Voglio 
Sangue e vendetta! Questo 
È l'unico mio pensier! 
Alla gloria 
Agli onori rinuncio 
All'amore, a Matilde!.. 
MATILDE 
A me? Arnoldo! 
ARNOLDO 
Che vuoi di piÙ? 
Il padre mio 
Empi sicari han spento! 
MATILDE 
Ciel! 
ARNOLDO 
E sai tu chi guidÃ’ la lor man? 
MATILDE 
Gelo d'orror finisci! 
ARNOLDO 
Te lo dice il terror: Gessler. 
MATILDE 
Gessler! 
Pel nostro amore 
Non v'ha piÙ speme, 
Ci aspettan solo 
Affanni e pene, 
A noi la sorte 
È avversa ognor. 
Ah! Matilde sventurata! 
Per te pace piÙ non v'È. 
Sdegnata, l'ombra di tuo padre s'oppone 
Al nostro infausto amor; 
Un 
Arnoldo, compi il tuo 
O giorno di sciagure! 
Ho in odio il suol natio! 
Ora che il padre tu dÈi vendicar 
PiÙ non ti lice a Matilde pensar! 
Da te, mio ben, lontano 
Traendo i mesti dÌ 
FarÃ’ le piagge invano 
L'immago tua scolpita 
Nel cor io porterÃ’. 
Chi mi salvÃ’ la vita, 
Giammai scordar saprÃ’! 
Quai grida? Qual mai 
Romor si sente?.. Gessler 
Si desta. OhimÈ! Una festa militare 
GiÀ annuncia quel romor! 
Ah! Non ti esponi 
Ai sguardi lor, 
Arnoldo! Ah! Credi 
All'amor mio. 
Fuggi! O tremar 
Per te degg'io. 
SÌ! VÀ! Ah, se cara 
A te son io, 
No! Non tardar 
Di piÙ ben mio, 
O mi farai 
Dal duol morir. Ovunque 
Ti trarrÀ la sorte, ti seguiranno 
I miei sospir. Li senti tu? Quei canti 
M'empiono di terror! 
Per pietÀ, non tardar! 
Ah! pensa sol al padre 
(Oh! Quale istante di dolor. Straziar 
Mi sento in seno il cor!) 
Giammai scordar 
Io ti saprÃ’! 
Arnoldo parte a sinistra e Matilde a destra 
Prosegui alla scena seconda.
Interno d'una abitazione rustica.
Arnoldo solo. 
ARNOLDO 
Non mi lasciare, o speme di vendetta. 
Guglielmo È fra catene, ed impaziente 
Io di pugnar ora l'istante affretto. 
In questo dolce asilo qual silenzio! 
Andiamo io non ascolto 
Che il suono de' miei passi. . . Oh! vada in bando 
Il segreto terror entriam 
(fermandosi dopo aver fatto alcuni passi per penetrare nelle stanze interne)
Oh Dio! 
Sul limitar malgrado mio m'arresto 
Fu spento il padre mio e in vita io resto! 
O muto asil 
Dov'io sortiva il dÌ: 
Ieri felice ahi, quanto! 
Oggi fatal cosÌ! 
Invano il padre io chiamo: 
Egli non m'ode piÙ. 
Fuggir quel tetto io bramo 
Che caro un dÌ mi fu. 
VOCI DI DENTRO 
Vendetta!! 
ARNOLDO 
Oh mia speranza! 
D'allarme io sento i voti! 
Son essi i miei piÙ fidi; 
Chi mai li guida a me? 
CORO 
Guglielmo È prigioniero 
E ognun di ferro È privo. 
Di farlo salvo 
È in noi desir. 
Armi vogliamo, 
Per lui morir. 
ARNOLDO 
Da gran tempo Guglielmo e mio padre 
Questa speme nutrivano intera. 
Dove sta la deserta riviera 
Lancie e spade nascose vi son. 
CORO 
Ad armarci, su, corriam 
Ad armarci, su, voliam. 
ARNOLDO 
Dal pianto omai si resti; 
L'ira al pensier si desti 
Di mia fatalitÀ. 
Su chi mio padre ha spento, 
La morte scenderÀ. 
CORO 
Non temere, no, t'affida, 
GiÀ sul reo la morte sta. 
ARNOLDO 
Corriam, voliam, s'affretti 
Lo scempio di quel vile 
Che su noi trionfÃ’. 
SÌ, vendetta dell'empio facciamo: 
Il sentiero additarvi saprÃ’. 
Ah! venite; delusa la speme 
Renderem di chi vili ne brama. 
Gloria, onore, vendetta ci chiama, 
CORO 
SÌ, vendetta, delusa la speme 
D'ogni tristo per noi resterÀ. 
Partono.
Il Gran Lago de' Quattro Cantoni.
In lontananza scorgonsi varie rupi, sopra una delle quali È la casa
di Guglielmo. Alcuni scogli circondano il lago. 
Edwige e 
CORO 
Resta omai; ti perde il duolo; 
Non ascolti suon di guerra? 
EDWIGE 
Gessler io veder vo' solo 
CORO 
Dal crudel che vuoi sperar? 
Morte solo 
EDWIGE 
SÌ, la bramo. 
Ah! sÌ, la voglio. Egli trionfa: io priva 
Jemmy, Matilde e detta. 
JEMMY 
(di dentro) 
Ah madre! 
EDWIGE 
Chi parlava? 
Questa voce sÌ cara 
JEMMY 
Ah madre! 
EDWIGE 
Udirlo parmi. È desso! È desso! 
Escono Jemmy e Matilde. 
Oh sorte!.. Il figlio mio! Ma ohimÈ! tuo padre 
I passi tuoi non segue. 
JEMMY 
A' ferri ond'egli È cinto 
Togliersi alfin saprÀ, ché da Matilde 
Tutto aspettar dobbiamo. 
EDWIGE 
Tu, di tutto capace, 
Esser l'angiol per noi potrai di pace! 
MATILDE 
Salvo da orribil nembo 
A te ritorno il figlio! 
Di bella pace in grembo 
Nol giungerÀ il periglio. 
Matilde a voi predice 
Un termine al dolor. 
Con me la speme il dice, 
La speme ond'arde il cor. 
EDWIGE e JEMMY 
Vivrem di pace in grembo. 
N'È il labbro suo presago; 
Essa È per noi l'imago; 
E s'ella ne predice 
Un termine al dolor, 
La speme in essa dice 
EDWIGE 
E per partire i nostri 
Su queste rive dimorar ti piace, 
Tu l'ornamento e lo splendor d'un soglio? 
Comincia ad oscurarsi il cielo.
MATILDE 
Esser l'ostaggio di Guglielmo io voglio. 
E qui la mia presenza 
EDWIGE 
Del suo tornar! E vana 
Non sarÀ questa speme! 
D'Altdorf a che tolto non vien per noi? 
JEMMY 
Ei non È piÙ colÀ! 
MATILDE 
Pel lago È tratto. 
EDWIGE 
Per lago? L'uragano 
GiÀ si scatena Ovunque 
È morte pel mio sposo. 
JEMMY 
(sovvenendosi di qualche cosa) 
Oh qual pensier! Corretto 
Sia quest'error fatale, 
E di salvezza alfin splenda il segnale. 
(per partire) 
EDWIGE 
Che speri, o figlio, tu? 
JEMMY 
Salvar mio padre. 
(alla madre, di nascosto di Matilde) 
Tutto un popol si scuota 
Al sorger di que' fochi, 
E in ogni riva in cui Gessler discenda, 
Che a vendetta vegliamo ovunque apprenda. 
Jemmy corre ad incendiare la casa di Guglielmo e porta le sue armi. La bufera imperversa orribilmente.
Detti, meno Jemmy. 
MATILDE 
Qual mai fragore io sento? 
EDWIGE 
Sopra l'ali 
Morte passeggia Ah! il mio Guglielmo È spento . 
Edwige disperatamente s'inginocchia e tutti con lei.
Tu che l'appoggio - 
Ascolta, o cielo - I voti miei! 
Se il mio Guglielmo - Tu non mi rendi, 
Se nol difendi, - Perduto io l'ho. 
Deh! frangi il giogo - Che ci fa oppressi, 
Punisci il fallo - Negli empi stessi. 
EDWIGE, MATILDE e CORO 
Salva Guglielmo - Da fero artiglio, 
Dal suo periglio - Salvalo, o ciel. 
Leutoldo e dette. 
LEUTOLDO 
Io lo vidi, io lo vidi! 
Dalla tempesta È spinto 
Guglielmo a queste rive. 
Cessar d'esser cattive 
Le mani sue mentre il naviglio ei regge. 
EDWIGE 
Se Guglielmo pur giunge, 
Della procella ad onta, 
Ad afferrar la spiaggia, 
Della comun salvezza io vi rispondo. 
MATILDE 
A lui tutti corriam. 
TUTTI 
A lui corriamo. 
Partono tutti da un lato.
Succede una burrasca nel lago. Guglielmo dopo aver combattuto coll'onde, avvicina il naviglio alla spiaggia, balza sopra uno scoglio, quindi respinge il naviglio nel quale trovasi Gessler ed un certo numero de' suoi seguaci, in mezzo al lago, che poi si perde di vista.
Guglielmo, Jemmy, Edwige e donne. 
EDWIGE 
Io ti rivedo! 
JEMMY 
O padre! 
EDWIGE 
Oh! istante di dolcezza! 
Si abbracciano.
GUGLIELMO 
Quale splendor vegg'io? 
JEMMY 
L'asil del padre mio, 
Onde donar l'allarmi, io stesso incesi, 
E a salvar l'armi tue soltanto intesi. 
(dando al padre la balestra e gli
strali) 
GUGLIELMO 
Gessler! tu puoi venir. 
Gessler, soldati e detti. 
SOLDATI 
(dal lago) 
Invan ne vuol fuggir: 
(a Gessler) 
Sull'orme sue si movi. 
GESSLER 
(sopra lo scoglio) 
La grazia sua ritrovi 
In sen di morte il vil. 
EDWIGE 
È lui! 
DONNE 
È lui! 
GUGLIELMO 
Sgombrate: 
La Svizzera respiri. 
(ascende sopra uno scoglio) 
A te, Gessler! 
Mentre Gessler sopraggiunge, Guglielmo lo trafigge con un dardo.
GESSLER 
(colpito, cade nel lago) 
Io moro!.. 
(che sopraggiungono) 
È il dardo di Guglielmo! 
EDWIGE 
Oh giorno di contento! 
EDWIGE e JEMMY 
Il suo morir dÀ fine a' nostri 
GUGLIELMO 
A Dio grazie s'aspetta. 
MATILDE 
Nulla il poté salvar dalla vendetta. 
Né il poter, né le dovizie, 
Né i supplizi, né il furor. 
La tempesta va cessando per gradi.
Gualtiero, 
GUALTIERO 
A que' segnali, amici, 
Cessiamo di temer. Sangue si chiede,
Onde renderli estinti, e il sangue vuolsi 
Dell'oppressor Che vedo! 
Salvo Guglielmo! Oh sorte! 
Al superbo si voli. 
(per incamminarsi co' suoi) 
GUGLIELMO 
(trattenendolo) 
E vuoi? 
GUALTIERO 
Ch'egli soccomba. 
GUGLIELMO 
Nel lago puoi cercar la di lui tomba. 
EDWIGE e JEMMY 
Onor, onor - A lui che ci salvÃ’. 
TUTTI 
Onor, onor - A lui che ci salvÃ’. 
GUGLIELMO 
Non salda fia l'impresa 
Finché d'Altdorf le detestate mura 
Da' fondamenti lor non sian distrutte. 
Arnoldo, svizzeri armati e detti. 
ARNOLDO 
Son quelle mura a servitÙ ridotte. 
TUTTI 
ARNOLDO 
Se spento il padre mio dal vil non era, 
La gioia egli vedria d'Elvezia intera. 
A poco a poco si dileguano le nubi e il cielo si rasserena.
GUGLIELMO 
Tutto cangia, il ciel si abbella, 
L'aria È pura. 
EDWIGE 
Il dÌ raggiante. 
JEMMY 
La natura È lieta anch'ella. 
ARNOLDO 
E allo sguardo incerto, errante, 
Tutto dolce e nuovo appar. 
MATILDE, JEMMY, EDWIGE, ARNOLDO, GUALTIERO, LEUTOLDO,
GUGLIELMO e CORO DI SVIZZERI 
Quel contento che in me sento 
Non puÃ’ l'anima spiegar. 
Cala il sipario.
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