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GLI AVVENIMENTI MILITARI DEL 1848

Storia



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GLI AVVENIMENTI MILITARI DEL 1848

La guerra contro l'Austria, iniziata con grande entu­siasmo dal Piemonte e che tanto fervore di consensi aveva ricevuto dalle popolazioni italiane, si dimostrÃ’, do­po alcuni felici episodi, una guerra diffÃŒcile dovendola combattere contro un esercito bene attrezzato, con grandi riserve di uomini e di armi e, soprattutto, con unitÀ guidate da generali provetti sia per cultura militare che per esperienza bellica. Purtroppo, mentre i soldati del­l'esercito sardo e i volontari ad esso affluiti da tutte le regioni italiane si battevano con grande valore e con spirito di abnegazione, i quadri, specie nei gradi supe­riori e, peggio ancora, in quelli dei generali che avevano la responsabilitÀ della condotta della guerra, non erano adeguati al loro compito.



Ossia erano tutti composti da persone valorose e sprez­zanti del pericolo fino al sacrificio, a cominciare da Carlo Alberto e dai suoi figli, ma molto poco capivano di stra­tegia ed erano incapaci di studiare piani di operazioni e di metterli in pratica.

Basta leggere il prolisso discorso tenuto alla Camera dei Deputati a Torino il 14 luglio 1848 dal ministro della guerra generale Franzini (dove fra l'altro si notano dichiarazioni da far rizzare i capelli in testa anche al let­tore contemporaneo), per rendersi conto della totale im­preparazione dell'esercito sardo 10.

Naturalmente, una guerra condotta con generali inca­paci e con una deficiente preparazione non poteva avere successo e il 27 luglio, sedici giorni dopo il discorso del ministro della guerra a Torino, l'esercito sardo subiva la disfatta di Custoza.

Tale disfatta era stata del resto paventata dall'associa­zione genovese conosciuta come il « Circolo Nazionale », il cui presidente Cesare Cabella aveva scritto a Carlo Al­berto affinchÈ « venissero cambiati i generali imbecilli e retrogradi che tanto compromettevano le sorti della guer­ra » e altrettanto paventata era stata da Roberto d'Azeglio allorché manifestava ai suoi amici del giornale « Risorgimento » la sua persuasione che « il Re compro­metteva, con la sua incapacitÀ militare, le sorti dell'eser­cito e della causa italiana ». Di li a poco, di errore in errore, si giunse alla disfatta, accompagnata dagli incidenti incresciosi avvenuti a Mi­lano contro Carlo Alberto e conclusa con l'armistizio fir­mato il 4 agosto del '48 dal generale Capo di Stato Mag­giore Salasco per Carlo Alberto e dal Maresciallo austria­co Hess. L'armistizio non aveva limiti di tempo e poteva prolungarsi indefinitamente col patto di essere denun­ciato otto giorni prima di riprendere le ostilitÀ.



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